Recensione di Confidenza

Un segreto non è più tale se lo conosce più di una sola persona, e la Confidenza porta a mala creanza. Lucchetti ha lanciato uno di quei film a metà tra il thriller e il romanzo psicologico, talmente immersivo che fino all’atto conclusivo non si capisce se il pazzo è Pietro o Teresa. O magari entrambi. O magari nessuno, e il pericolo di essere scoperti non è mai stato così reale. Di questo bisogna ringraziare non solo il soggetto e gli attori, ma anche la fotografia, che risulta molto efficace e accattivante. La colonna sonora di Thom Yorke per questo film “è come suonare un campanaccio alla fine della settima di Shostakovich”, anche se talvolta riflette l’esasperato anelito verso l’astrattezza che pervade tutta la pellicola, con il rischio di diventare sintomo di un metaforismo leggermente snervante. Federica Rosellini è un’entità misteriosa e -forse volutamente- senza età, a metà tra un’erinna e un’eumenide, che l’uomo nemmeno concepisce di indagare, assorto com’è nella contemplazione di sé stesso. Elio Germano si riconferma un attore di tutto rispetto, soprattutto nei panni di un personaggio che per certi versi un po’ ne ricorda la personalità.

Davide Imbesi

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