In questi giorni è divampato su più fronti (social, media locali e – pochi giorni fa – anche in consiglio comunale) il dibattito sul futuro del cinema all’aperto al campo Daturi. Credo sia necessario fare alcune puntualizzazioni e considerazioni a beneficio di tutti.
La manifestazione, dalla sua nascita nel 2004, è sempre stata resa possibile grazie ad una collaborazione tra Comune di Piacenza, Arci e Cinemaniaci. Una collaborazione che negli anni ha comportato non solo onori, ma anche oneri a carico di tutti i soggetti coinvolti. Se è vero che il Comune negli ultimi anni non contribuiva più direttamente con erogazioni in denaro, occorre però sottolineare che lo stesso si faceva carico di alcuni costi quali: la fornitura di energia elettrica, la messa a disposizione delle sedie, la cura del verde, la pulizia dei servizi igienici e la predisposizione della struttura dello schermo. Dall’altra parte competeva ad Arci e Cinemaniaci la messa a disposizione di tutta la dotazione tecnologica necessaria, l’organizzazione in toto della rassegna, la comunicazione, la logistica, il personale e, più in generale, la cura quotidiana dell’area interessata.
Si tratta quindi di una manifestazione resa possibile grazie alla fattiva collaborazione di entrambe le parti.
Alcuni mesi fa abbiamo manifestato all’amministrazione comunale la nostra disponibilità a continuare l’esperienza alle medesime condizioni, né più né meno. Ma l’incertezza sul futuro dell’area e la volontà – a quanto si dice – di ripensare alcune attività ricreative estive all’interno della stessa, ci consegnano oggi questa situazione di stallo.
Ora però i tempi si fanno stretti. Per una buona riuscita della manifestazione, nel caso la si volesse riconfermare, occorre mettersi in moto ora. Benché possa sembrare un’iniziativa “leggera”, organizzare il tutto comporta tempi anche relativamente lunghi: occorre curare gli aspetti tecnici legati alla sicurezza dell’area, prendere contatto con i distributori dei film e con tutti i fornitori, definire gli aspetti logistici e le mansioni del personale e dei volontari coinvolti, preparare la comunicazione, ricercare sponsor e contributi. Quest’ultimo aspetto non è secondario. Il cinema all’aperto con i soli biglietti non si sostiene, sono necessari interventi di sostegno da parte di soggetti pubblici e privati. Da quando è venuto meno il contributo economico da parte del Comune, la ricerca di fondi ha assorbito molte delle nostre energie. Se trovare sponsor privati rimane sempre un’impresa ardua, una sorta di chimera, dall’anno scorso grazie alla Legge Regionale sul cinema e sull’audiovisivo, eravamo riusciti ad assicurarci, grazie alla qualità della rassegna, un contributo economico, seppur esiguo, che a conti fatti è risultato determinante. Procrastinare ulteriormente i tempi vorrebbe dire ridurre o azzerare le possibilità di trovare altre forme di sostegno. Nello specifico, ad esempio, il bando della Regione è attualmente in corso e si chiuderà ad aprile. Perdere questa opportunità, premesso che non vi è alcuna certezza di vedere riconfermato il contributo dello scorso anno in quanto lo stesso viene attribuito sulla base di una specifica programmazione di qualità, ridurrebbe ulteriormente le possibilità di imbastire il palinsesto dell’arena cinematografica.
Ci sono però anche alcuni punti fermi ai quali non vogliamo e non possiamo rinunciare.
La rassegna di cinema all’aperto è sempre stata una manifestazione popolare, per tutti, non di nicchia, non elitaria, che ha sempre riscosso trasversalmente i favori del pubblico. Il cinema all’aperto è un tipo di manifestazione incompatibile con altre forme di intrattenimento che si volessero organizzare contemporaneamente nella medesima area. Il cinema all’aperto è un’iniziativa che trova una sua sostenibilità economica se pensato su un periodo medio-lungo (luglio e agosto).
In questi ultimi mesi abbiamo anche valutato sedi alternative in città con scarso successo. Non abbiamo individuato aree che, a parità di condizioni logistiche, potessero garantire la prosecuzione della rassegna cinematografica senza pesanti aggravi economici.
Tutto ciò per dire che la nostra “insistenza” non è finalizzata ad uno sterile interesse di parte, ma per ribadire che è urgente un’indicazione precisa. Si fa, non si fa, lo faranno altri.
ALESSANDRO FORNASARI