Per il terzo anno consecutivo il Circolo piacentino dell’Associazione ITALIA-CUBA e l’associazione CINEMANIACI, propongono una rassegna sulla cinematografia cubana.
Le proiezioni si terranno presso l’Auditorium Santa Margherita della Fondazione di Piacenza e Vigevano (Via S. Eufemia 12) nelle date del 3-10-17-24 Maggio 2018.
Si tratta di quattro pellicole realizzate da registi cubani, per i primi tre film in proiezione, e un regista francese; tutti legati da un unico fil rouge: Cuba.
Il titolo della rassegna vuole sottolineare le intenzioni degli organizzatori nel voler volgere uno sguardo approfondito sul Cinema cubano attraverso alcune delle opere più simboliche e rappresentative della realtà umana, sociale e politica di Cuba degli ultimi 50 anni, mostrando le trasformazioni che essa ha subito dopo la rivoluzione fino ai nostri giorni.
Cuba è conosciuta all’estero – spiega Franco Spezia del circolo Italia-Cuba – attraverso stereotipi che non rappresentano la realtà sociale e soprattutto l’umanità del popolo cubano. Il Cinema è da sempre una delle espressioni più alte della cultura e dei sentimenti di un popolo, e quello cubano ha sempre osservato e analizzato la società e il comportamento del suo governo con occhio critico, spirito libero e anche molta ironia. La cinematografia cubana ha una storia più antica e articolata di quanto si possa pensare e non è mai stata soggetta alle retoriche di regime, ma ha sempre lavorato con autonomia creativa e libertà d’espressione, ispirandosi al nostro Neorealismo e alla Novelle Vague francese.
Inizio Proiezioni ore 21.00 – Ingresso Gratuito
Il programma:
Giovedì 3 maggio: Condotta di Ernesto Daranas (2014)
Un potente affresco sociale che porta sul grande schermo il tema dell’insegnamento, vissuto come una vocazione dalla professoressa Carmela, e le vicende del giovane Chala, costretto nella sua prematura crescita ad affrontare esperienze di violenza e durezza che ne plasmano inevitabilmente il carattere.
Giovedì 10 maggio: La vita è un fischio di Fernando Pérez (1998)
Tre storie, tre personaggi, uno scopo comune: la ricerca della felicità ne L’Avana di oggi. È Bebé, una ragazza di 18 anni che non capisce perché gli altri non siano felici come lo è lei, a raccontarci le storie di Mariana, una giovane ballerina che pur di avere successo fa un voto assurdo, di Julia un’assistente sociale di mezz’età con un grave problema irrisolto e di Elpidio Valdés un giovane mulatto che vive alla giornata, pescando e facendo musica. Questi tre personaggi alla fine si incontrano come se avessero un appuntamento alle 4,44 del 4 dicembre in Piazza della Rivoluzione. Sarà Bebé a svelarci il segreto della felicità ne L’Avana del 2020.
Giovedì 17 maggio: Ritorno a l’Avana di Laurent Cantet (2014)
Sopra una terrazza che domina i tetti de L’Avana, baciati dalla luce calda del sole, cinque amici si ritrovano per festeggiare il ritorno a casa di uno di loro, Armando, che rientra sull’isola dopo 16 anni di esilio a Madrid. Dal tramonto all’alba i cinque ballano, ridono, bevono, ricordano la giovinezza trascorsa insieme e si raccontano le proprie vite. Emergono così, in poche ore, i sogni e le speranze di ieri e le disillusioni di oggi.
Giovedì 24 maggio: Viva Cuba di J.C.C. Malberti e I.M. Cabrera (2005)
Malú e Jorgito, due bambini cubani, si sono promessi eterna amicizia a dispetto delle inconciliabili differenze sociali che separano le loro famiglie. Dopo la morte della nonna, la mamma di Malú decide di lasciare l’isola, ma i due bimbi scappano di casa per raggiungere il padre separato di Malú, guardiano di un faro.