Recensione di Dio esiste e vive a Bruxelles

Dio esiste e vive a Bruxelles (Titolo originale: Le Tout Nouveau Testament)

Diretto da Jaco Van Dormael

Con Pili Groyne, Benoît Poelvoorde, Catherine Deneuve, François Damiens, Yolande Moreau.

Giovanni Vallisa _ Liceo M. Gioia

Dio non è morto, come diceva Nietzsche, ma è vivo, vegeto e risiede a Bruxelles. Il Padre eterno sta tutto il giorno davanti al computer cercando di rovinare il più possibile la vita agli uomini. Una moglie che non ama e che a sua volta ubbidisce senza battere ciglio, un figlio scappato di casa per fondare religioni (rinominato con l’acronimo J.C.) e una bambina avventurosa, compongono la Sua famiglia.

Il film segue la narrazione biblica (Genesi, Esodo, Nuovo Testamento), questa volta, però, i protagonisti non saranno né il popolo eletto, né Gesù, ma la meno conosciuta Ea, secondogenita della Sacra Famiglia. Anche lei scenderà sulla terra (per mezzo di una lavatrice) dove tutti hanno ricevuto un sms con scritta la loro data di morte. Citazioni cinematografiche e rimandi dappertutto, buste di plastica che fluttuano alla “American Beauty”, amore tra una donna e un gorilla come in “King Kong” e un Dio su tutte le furie che sventra una porta con un’ascia a mo’ di “Shining” sono solo alcune di esse.

Riflessioni che scaturiscono durante e dopo la visione, frasi a effetto da segnarsi e una buona dose di humour sono alla base del lungometraggio di produzione belga. La colonna sonora, curata da An Pièrle, dà libero sfogo a grandi opere della musica classica. Un film accattivante, poco ortodosso e trascinatore. Un divertimento difficile da dimenticare.

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