MIRACUBA 2017

MIRACUBA 2017

Rassegna Cinematografica dedicata al cinema cubano

Per il secondo anno consecutivo il Circolo piacentino dell’Associazione ITALIA-CUBA e l’associazione CINEMANIACI, propongono una rassegna sulla cinematografia cubana.

Si tratta di quattro pellicole realizzate da registi cubani e prodotte dall’ente cinematografico di stato (ICAIC) e di un documentario di produzione brasiliana sulla realizzazione di “Soy Cuba”, film manifesto della rivoluzione cubana.

Le proiezioni si terranno presso l’Auditorium Santa Margherita della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Via S. Eufemia 13 nelle date del 27 Aprile e del 4-11-18-25 Maggio 2017.

Il titolo della rassegna vuole sottolineare le intenzioni degli organizzatori nel voler svolgere uno sguardo approfondito sul Cinema cubano attraverso alcune delle opere più simboliche e rappresentative della realtà umana, sociale e politica di Cuba degli ultimi 50 anni, mostrando le trasformazioni che essa ha subito dopo la rivoluzione fino ai nostri giorni.

Cuba è conosciuta all’estero – spiega Franco Spezia del circolo Italia-Cuba – attraverso stereotipi che non rappresentano la realtà sociale e soprattutto l’umanità del popolo cubano. Il Cinema è una delle più autentiche espressioni della cultura e dei sentimenti di un popolo, quello cubano e moderno poi (e questa è l’autentica sorpresa) nato nel 1959 con l’inizio della rivoluzione, ha sempre analizzato la società e il percorso del governo con occhio critico, antidogmatico e ironico.

Alla filmografia cubana è estranea la retorica di regime che ha spesso invece contraddistinto i paesi dell’Est europeo. I registi cubani si sono sempre ispirati al Neorealismo e alla Nouvelle Vague, hanno sempre camminato a fianco della rivoluzione con partecipazione ma anche con autonomia creativa e libertà di espressione, sempre declinate attraverso un preciso metodo critico-dialettico. Questo sguardo, unito all’ironia e al calore del popolo cubano, alla sua multiforme e sincretica anima, al dinamismo culturale della società e all’altra importante fonte d’ispirazione dei cineasti di questo paese, il Surrealismo, ha creato una cinematografia la cui cifra stilistica è la sincerità (spesso anche satirica) e la partecipazione emotiva, senza indulgere alla celebrazione agiografica e alla retorica.

Questa seconda rassegna è davvero un’occasione unica, sostiene Vittorio Fusco dell’associazione Cinemaniaci, per conoscere e approfondire una realtà come quella della cinematografia cubana che ha avuto poche occasioni di uscire dai suoi confini per farsi apprezzare da un pubblico più ampio.

E’ il 1897 quando un assistente dei fratelli Lumière, Gabriel Veyre, importò dall’Europa le prime tecniche della settima arte, realizzando il primo film girato sull’isola: “Simulacro de Incendio”.

Da allora la sua storia è sempre stata condizionata dalle alterne vicissitudini politiche, economiche e sociali del paese, e ha sempre faticato molto per farsi apprezzare in altri stati. La prima svolta significativa si verifica nel 1959 con la nascita dell’ ICAIC , fortemente voluta dal nuovo governo postrivoluzionario. Due dei suoi fondatori, Tomas Gutiérrez Alea (da tutti chiamato Titon e padre del Cinema rivoluzionario cubano) e Garcìa Espinosa frequentarono in quegli anni il Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma, avendo tra i loro insegnanti anche Cesare Zavattini.

Questa fondamentale esperienza segnò per sempre, come vedremo nel corso delle proiezioni, l’estetica e la poetica dei cineasti dell’Avana.

Dopo aver visto lo scorso anno film come “Memorias del Subdesarollo”, “Guantanamera” e “Suite Habana”, quest’anno cominceremo con “La Muerte de un Buròcrata” di Toamas Gutierrez Alea, feroce e grottesca satira sulla burocrazia e sui giochi di potere (il 27 aprile). Seguirà “Lista di Attesa” di Juan Carlos Tabio, film tratto da un racconto di Arturo Arango, presentato al Festival di Cannes nel 2000, deliziosa e poetica commedia di impianto realistico alla Zavattini, intrisa di una atmosfera tipicamente cubana ( il 4 maggio).

Continueremo con “Habana Blues” (l’11 maggio), una co-produzione spagnola e cubana del 2005 con la regia di Benito Zambarano, storia di due giovani musicisti che fra tante peripezie sognano di diventare famosi e lasciare l’Avana,e “Fragole e Cioccolato”, ancora dei due maestri Alea e Tabìo, sicuramente la pellicola più conosciuta del Cinema cubano. Un film di rara sensibilità e poesia che tratta della difficile situazione degli omosessuali a Cuba alla fine degli anni settanta, vincitore dell’Orso d’argento al Festival di Berlino nel 1994 e candidato all’Oscar come miglior film straniero nel 1995 (il 18 maggio).

A conclusione della rassegna lo splendido documento “Il Mammuth Siberiano” di Vicente Ferraza (il 25 maggio) sulla storia e la realizzazione di “Soy Cuba”, capolavoro assoluto del Cinema postrivoluzionario cubano già visto lo scorso anno ma che merita di essere ancora una volta celebrato e analizzato.

Inizio Proiezioni ore 21.00

Ingresso Gratuito

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