di Wim Wenders con Arthur Brauss, Erika Pluhar e Kai Fischer, 1h 43m, GER 1972, drammatico/sportivo
La storia di Josef Bloch, ex portiere di qualche fama che si trova senza lavoro, vaga per Vienna, uccide senza motivo la ragazza con cui passa la notte e da allora comincia a sentirsi accerchiato, spiato, seguito, e naturalmente colpevole. Come la paura del portiere di fronte al calciatore pronto a tirare il calcio di rigore, quella di Bloch è una tensione spasmodica, un tentativo delirante di interpretare le mosse dell’avversario e di parare il colpo. L’opera seconda di Wim Wenders (la prima a colori) è tratta da un romanzo di Peter Handke e sembra volersi ispirare a Hitchcock e Antonioni.